Centrale idroelettrica, Casale Monferrato

Costruire per l’acqua a volte può significare dover costruire anche sott’acqua. La nuova centrale idroelettrica di Casale Monferrato è stata edificata al di sotto della sponda sinistra del Po, e il fiume ha anche allagato completamente il cantiere nel corso dei 18 mesi in cui è stata realizzata l’opera.

Le naturali esondazioni nell’area golenale in cui è stato aperto il cantiere non hanno rappresentato un problema per la Vasca Drytech, perché le caratteristiche costruttive e i materiali del sistema non sono alterabili dalla presenza dell’acqua, nemmeno durante l’edificazione.

La stessa resina DRYflex, che viene iniettata nei dettagli costruttivi per sigillarli, è efficace in presenza d’acqua, anche in pressione. 

Realizzato dalla Allara SpA di Casale Monferrato, l’impianto è costituito da una traversa mobile di sbarramento in alveo, un’opera di presa a monte della traversa da cui inizia il canale di derivazione che convoglia le acque all’edificio centrale che ospita i gruppi di produzione dell’energia e, a valle di questo, il canale di restituzione in alveo. Completano l’opera due scale di risalita – una per sponda – per l’ittiofauna e la rampa per il passaggio delle canoe.

La traversa di sbarramento mobile, costituita da una struttura tubolare in tessuto gommato gonfiabile ad acqua, garantisce la derivazione della portata d’acqua all’opera di presa laterale della sponda sinistra. 

Quando il livello idrico a monte raggiunge la quota massima autorizzata, la traversa si deprime sotto la pressione dell’acqua che la sormonta, evitano l’esondazione. 

Con i suoi 200 metri di sviluppo longitudinale è lo sbarramento flessibile più grande al mondo realizzato con questa tecnologia. 

La centrale di produzione ospita quattro turbine che generano una potenza media di circa 3000 kW, per una produzione annua di 21 GWh.

L’accesso al locale turbine è garantito da un tunnel sotterraneo collegato a una botola d’ingresso. Anche il tunnel è una Vasca Drytech completa (platea, pareti e soletta impermeabili), collegata al corpo principale da un giunto di movimento che è stato impermeabilizzato con il Nastro Waterstop iniettabile DRYset.

Proprietà: Idropadana, Torino

Direzione tecnica: STA Engineering, Pinerolo

Struttura: Ing. Gianluca Odetto – SERTECH, Loranzè

Costruzione: Allara SpA, Casale Monferrato

Vasca Drytech: 1’200 m2

Grand Hôtel des Iles Borromées, Stresa

Nel settembre del 1918 un soldato americano di 19 anni viene ferito al fronte e trascorre la convalescenza a Stresa. Quel ragazzo si chiama Ernest Hemingway e, affascinato della bellezza del Lago Maggiore, vi ambienterà parte del suo romanzo Addio alle armi – A Farewell to Arms, 1929 -, rendendo il Grand Hôtel des Iles Borromées celebre in tutto il mondo.

È solo uno dei tanti incroci con la storia che hanno costruito la leggenda del grande albergo, inaugurato nel 1863.

Con l’apertura del tunnel ferroviario del Sempione, Stresa diventa una meta privilegiata del turismo d’élite europeo e, nel 1919, viene inserita nel sesto percorso dell’Orient Express: quello che da Londra raggiunge Istanbul attraverso l’Italia, via Milano, Venezia e Trieste. 

Ben presto il Simplon Orient Express diventa il tragitto di maggior successo e scendere al Des Iles regala ai facoltosi viaggiatori il primo suggestivo impatto con il Bel Paese.

In oltre un secolo e mezzo di storia l’Hôtel des Iles Borromeés ha saputo adeguare il concetto di eleganza all’evoluzione dei tempi e dei gusti, senza snaturare il suo inimitabile stile liberty.

Nel 2022 è stata inaugurata la nuova Spa, con percorsi benessere, saune, bagno turco, stanze del sale, oltre alle piscine interne ed esterne e alle vasche idromassaggio, tutte realizzate con l’impermeabilizzazione integrale Vasca Drytech. 

La velocità di costruzione del sistema Drytech ha permesso all’Impresa Bellani di Arona di stralciare le attività di impermeabilizzazione dal calendario lavori, consegnando la nuova struttura in tempo per l’apertura della grande saison.

L’Engineering Drytech ha inoltre progettato la soluzione per un dettaglio strutturale sensibile come il passaggio tra la piscina interna e quella esterna, soggetto a importanti variazioni di temperatura a seconda della stagione.

Progetto: Architetto Statilio Ubiali, Verdellino

Struttura: Ing. Marco Danioni, Dormelletto

Ing. Carlo Sammartini, Cassano Magnago

Collaudo: Architetto Alberto Marzaro, Mercallo

Costruzione: Bellani, Arona

Vasca Drytech: 2’850 m2

Gioia Garden, Milano

Più che un dialogo un abbraccio. L’architetto Diego Fumagalli ha progettato le residenze Gioia Garden 1 e 2 a partire dagli stilemi del classico palazzo milanese con cui confinano. Ha creato una continuità architettonica fatta di citazioni e rimandi, che armonizza il rapporto tra i due edifici, esaltandone le differenze formali. A partire da questa connessione le palazzine di via Melchiorre Gioia 177/179 sviluppano la propria identità architettonica, inserendosi perfettamente nel contesto.

Nel punto di contatto tra i due edifici è stata rispettata l’altezza dei volumi e, in Gioia Garden 1 e 2, i marcapiani dei livelli residenziali sono appena accennati, per dissimulare le leggere differenze di altezza dei piani rispetto all’edificio storico.

Una volta stabilita la continuità con l’esistente, l’architettura del nuovo edificio dispiega tutto il proprio carattere: con l’articolazione della facciata attraverso i volumi dei terrazzi e le profonde rientranze dei giardini d’inverno; con i giardini pensili che punteggiano l’edificio a diversi livelli; con i tre piani aggiuntivi, progressivamente arretrati rispetto alla facciata principale.

 

Proprio il volume più alto contiene un’ulteriore citazione, riprendendo gli scuretti orizzontali che caratterizzano l’architettura ottocentesca. 

Per la presenza della falda e la vicinanza con il Naviglio della Martesana, tutte le strutture sotterranee, garage inclusi, sono state realizzate con una Vasca Drytech di 2’753 m2.

Progetto: Architetto Diego Fumagalli, Milano

Struttura: STG ingegneria, Milano

Costruzione: Domus Service CO, Milano

Vasca Drytech: 2’753 m2

Casa comunale, Cadempino

La nuova Casa Comunale di Cadempino è la sede dell’amministrazione cittadina, ma è anche tante altre cose per i cittadini. È innanzi tutto una piazza, ovvero un’agorà: nell’accezione ellenica il luogo principe della democrazia, cuore della polis e sede delle assemblee. 

Questo ampio spazio aperto, che da un punto di vista architettonico dialoga con i volumi valorizzandoli attraverso il contrasto tra vuoto e pieno, da un punto di vista urbanistico funge da catalizzatore e moltiplicatore delle occasioni di incontro, sia organizzate sia spontanee.

La piazza è anche un’arena: i gradoni che definiscono il lato ovest ospitano il pubblico di spettacoli o eventi en plein air. L’auspicio è che venga anche colonizzato ed eletto a muretto dai ragazzi del paese, ma queste sono dinamiche imponderabili sulle quali l’architettura può incidere fino a un certo punto.

Lo spazio è delimitato a nord dall’ampia sala multi-uso e a est dal magazzino comunale, mentre l’edificio principale, appena arretrato, caratterizza la piazza con una spettacolare loggia che ne alleggerisce il volume, e sulla quale vibra la scultura mobile di Lorenzo Cambin.

L’interrato ospita due parcheggi con colonnine di ricarica per auto elettriche.

L’ingresso alla Casa Comunale è ricavato in un profondo arretramento rispetto alla facciata principale, che anche in questo caso il vuoto conferisce leggerezza alla struttura.

I tre livelli dell’edificio principale si sviluppano intorno a un albero che cresce in un giardino d’inverno ricavato al centro della struttura. 

Fulcro vitale dell’edificio, visibile da ogni livello a una diversa altezza, la quercia di sughero assume un coinvolgente valore simbolico, in cui si può vedere la democrazia come bene da coltivare con il contributo di tutti. 

Progetto: Antonio e Luca Antorini Architetti, Porza

Struttura 1: Ing. Alessio Casanova, Pazzallo

Struttura 2: Studio Ing. De Bernardis, Massagno

Costruzione: Impresa CSC, Lugano – Impresa Quadri, Cadempino

Scultura: Lorenzo Cambin, Sorengo

Impermeabilizzazione: Drytech Ticino, Bedano

Vasca Drytech: 3’190 m2

Metropolitana di Milano

Drytech ha risanato alcuni tratti della metropolitana di Milano, durante la chiusura notturna del servizio, quindi senza interferire con la normale circolazione dei treni.

Gli interventi sono stati realizzati con iniezioni di Resina espandente DRYflex nei giunti tra la platea e l’arco rovescio, per tutto lo spessore della struttura in calcestruzzo del tunnel.

La Resina DRYflex è efficace anche in presenza di acqua in pressione. Questo ha reso possibile l’intervento malgrado l’ingente portata delle infiltrazioni.

La Linea 2 della MM è stata realizzata tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70 senza impermeabilizzazione, perché il battente di falda era molto più profondo. La chiusura delle attività manifatturiere milanesi degli anni ’80 a ridotto il consumo di acqua e fatto salire il livello della falda fino ai tunnel della Linea 2.

Le infiltrazioni sono controllate da sistemi di pompaggio attivi 24/7, ma in periodi di forti precipitazioni alcuni tratti venivano allagati. È stata perciò decisa una serie di interventi di impermeabilizzazione di alcuni tunnel, realizzata da Drytech tra l’una e le cinque di mattino.

Parcheggio porto, Loano

400 posti auto al di sotto del livello del mare. La Marina di Loano è uno dei porti turistici più interessanti d’Italia e del Mediterraneo per la nautica da diporto. L’ampliamento ha interessato una superficie  di 358.000 m2 e prevede la realizzazione di oltre 1200 posti barca, con possibilità di ormeggiare imbarcazioni fino a 50 metri li lunghezza. Porto e città sono serviti da un parcheggio di 1000 posti auto, di cui 400 appunto sotterranei. Anzi, sottomarini. Il parcheggio interrato, realizzato con il Sistema Vasca Drytech, scende infatti di 4 metri sotto il livello del mare. Struttura: Mi.Pr.Av, Milano Costruzione: MARCORA SpA, Milano Vasca Drytech: 7’700 m²

Fabbrica della neve, Carosello di Livigno

A ridosso della stazione Carosello 3000 di Livigno Drytech ha realizzato il nuovo serbatoio dell’acqua da 5’600 m3, che alimenterà i cannoni per l’innevamento artificiale. 

L’opera, realizzata in 5 mesi con una Vasca Drytech di 2’175 m2, è completamente interrata per non avere alcun impatto sul panorama alpino.

La praticità costruttiva della Vasca Drytech rende più rapida l’edificazione di queste strutture. Il tempo è un fattore decisivo in qualsiasi cantiere, ma diventa ancor più importante per applicazioni condizionate dalla stagionalità (la struttura doveva essere pronta in tempo per l’apertura della stagione sciistica) e con un clima che riduce ad alcuni mesi la finestra utile all’edilizia.

L’Engineering Drytech ha formulato un calcestruzzo impermeabile adeguato alle condizioni ambientali, in base alle caratteristiche degli inerti presenti nell’impianto scelto dall’impresa Edil Dona di Valdisotto, Sondrio.

La resina acrilica DRYflex, che impermeabilizza i dettagli per pressione, è certificata per l’uso in strutture a contatto con l’acqua potabile, per cui è sicura per l’ambiente e dunque perfettamente idonea per essere utilizzata in una cisterna che alimenta i cannoni d’innevamento.

Uno dei principali fattori di accelerazione del cantiere è il controllo della fessurazione di ritiro.
La Vasca Drytech consente infatti di realizzare getti continui (la platea è stata gettata in un’unica soluzione) perché le fessure sono indotte dagli Elementi di Fessurazione, che possono fungere anche da cassero a perdere.


Committente: Carosello 3000, Livigno

Progetto: Studio Associato DMP, Livigno

Struttura: Ing. Piergiacomo Giuppani, Sondrio

Costruzione: Impresa EDIL DONA, Valdisotto

Impermeabilizzazione: Drytech Italia, Montano Lucino

Vasca Drytech: 2’175 m2

Sottopasso spingitubo, Crema

Il sottopasso ferroviario di via Indipendenza a Crema permette il passaggio di una strada e di una ciclabile sotto il percorso della ferrovia. L’opera è stata realizzata senza interrompere il soprastante passaggio dei treni.

La Vasca Drytech ha permesso di prefabbricare il monolite nei pressi dei binari e di spingerlo nella sede definitiva con uno scavo che lo ha progressivamente sostituito al terreno nel sostegno della linea ferroviaria.

Una volta posizionato in sede, il monolite è stato impermeabilizzato nei sui punti critici (fessure e giunti) con iniezioni di resina espandente DRYflex.
Realizzata ex-post, l’impermeabilizzazione non ha rischiato di essere danneggiata nelle operazioni di varo.

I giunti di dilatazione sono stati predisposti con i nastri waterstop iniettabili DRYset.


Struttura: Ing. Terzini, Crema

Costruzione: De Fabiani Spa, Cavenago d’Adda

Impermeabilizzazione: Drytech Italia, Como

Vasca Drytech: 3’600 m²

Chiarificatore Acque Industriali, Genova

Un chiarificatore industriale riceve acque reflue cariche di metalli, idrocarburi e altri inquinanti. Separa questi elementi dall’acqua attraverso procedimenti meccanici e chimici. Quindi convoglia le acque chiarificate verso gli impianti fognari e trattiene i fanghi residui della depurazione.

Struttura: Dr. Ing. Raffaele Ghitti, Darfo Boario Terme

Impresa: SEMAT spa, Artogne

Impermeabilizzazione: Drytech Italia, Como

Vasca Drytech: 700 m²

Museo Enzo Ferrari, Modena

Il Museo Enzo Ferrari di Modena è un coinvolgente inno al mito dell’auto e il manifesto dell’architettura di Jan Kaplicky: l’architetto ceco fondatore del Future System di Londra.

Il Mef può contare su una superficie di 6’000 m², dei quali 4’400 destinati alle esposizioni. Il Museo è un cofano che emerge potente dal terreno. Nello stile di Kaplicky, l’altezza è contenuta per stabilire un rapporto armonico con la casa natale di Ferrari, senza tuttavia attenuare la forza evocativa della nuova struttura.

Gli spazi espositivi sono stati sviluppati nell’interrato, creando una struttura impermeabile di 5’850 m² con il Sistema Vasca Drytech. L’accesso al museo avviene attraverso un’imponente parete curva in vetro, il cui piano inclinato è bisecato da una serie di alette che ricordano il radiatore di una fuoriserie. Dalla hall si accede agli spazi espositivi attraverso due piattaforme inclinate, scendendo fino a 5 metri di profondità. 

“Spazi definiti da otto spigoli non sono necessari, non sono obbligatori”. Una delle famose frasi di Kaplicky esprime bene lo spirito del progetto, alle cui linee sinuose si è perfettamente adattata la flessibilità della Vasca Drytech. La fase di progettazione ha visto una collaborazione intensa con l’Engineering Drytech per definire le soluzioni di impermeabilizzazione degli inediti dettagli costruttivi proposti dalla particolare forma dell’interrato.

Progetto: Future System, Londra

Struttura: Politecnica, Modena

Direzione Lavori: Ingegner Coppi, Modena

Costruzione: CRB, Carpi – Ing. Ferrari, Modena

Impermeabilizzazione: Drytech Italia, Como

Vasca Drytech: 5’850 m²